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L’esoterismo che costituisce il legame della nostra Fratellanza non è, né può essere, un alibi per celare
pochezza di idee e di contenuti: una lampada smorzata per nascondere le macchie sui muri, una tenda o
un tappeto funzionale a coprire lo sporco.
La nostra essenza è quella di essere Liberi Muratori e allo stesso tempo Muratori liberi. Cioè liberi
cittadini, animati da una particolare missione, da un’identità spirituale e culturale, senza per questo
essere additati come soggetti pericolosi o antisociali, o come un gruppo di intrallazzatori e malfattori.
Questa nostra essenza nasce da un modo preciso di coniugare l’identità muratoria, un’identità vissuta aviso aperto, con franchezza, con il proprio agire e le proprie idee senza nascondersi dietro ad un
cappuccio.
Essere Fratelli significa, anche, essere aperti al mondo, vivere la contemporaneità con il cuore in sofferta
sintonia con i drammi del nostro secolo, con le ansie della nostra società, senza aristocratica estraneità e
superiorità.
Per quanto il nostro compito non sia politico e non debba essere tale, sentiamo l’obbligo di mantenere
alta la sensibilità fraterna al fine di offrire un contributo costruttivo alla società civile. Affinché essa trovi
risposte positive dinanzi alle nuove povertà, alla crisi della libertà della ricerca scientifica nel nostro
paese, quasi infibulato da diktat di ordine teologico, all’indigenza in cui versa la scuola pubblica e tutto il
sistema educativo.
Ciò non costituisce un intervento a gamba tesa nella politica, poiché noi non siamo mai scesi nel merito
delle leggi e delle soluzioni, ma abbiamo agitato problemi reali, che riguardano i nostri figli, la nostra
vita, anche quella spirituale. Anzi, ricordiamo che “quella pseudo-Massoneria” – perché tale non era di
certo -che non agitava mai questioni sociali e non toccava alcun tema connesso ai grandi problemi della
contemporaneità, era poi la stessa che cercava e prometteva appoggi politici.
Era quella che millantava poteri e scimmiottava il ruolo di agenzie governative per accreditarsi in ambiti
affaristici o peggio ancora.
E se qualcuno, ciononostante, si fosse avvicinato al Grande Oriente d’Italia, nella speranza di trovare
quella pseudo-massoneria, resterà certamente deluso.
Noi ci possiamo solo augurare o che cambi o che se ne vada.
Dal nostro canto saremo vigili e intransigenti.
La nostra Fratellanza ha conseguito piena cittadinanza nella società civile proprio per il suo stile e per il
suo linguaggio.
Non è un caso che le nostre logge si stiano riempiendo di giovani e che l’età media, in controtendenza
rispetto alle altre Massonerie del mondo occidentale, si stia abbassando sempre di più. Quando si diventa
punto di riferimento per i giovani, almeno per una parte di essi, ciò significa che si sono trovati i linguaggi
e i contenuti che ci permettono di sottolineare il ruolo educativo delle logge.
Non smetteremo mai di insistere su questo punto.
La Libera Muratoria, proprio in quanto Fratellanza esoterica, svolge un profondo ruolo educativo, grazie
agli strumenti rituali e simbolici che strutturano e armonizzano i suoi lavori. Ma rituali privi di contenuti,
privi di idee, di valori, di spirito, rischiano di tramutarsi in vuota liturgia e di lasciar spazio a non-valori: al
conformismo (o peggio).
Cosa questa che è la morte dell’esoterismo e della Fratellanza.
Voglio, per amore di chiarezza, ricordare a tutti che nella Libera Muratoria non è lecito scambiare il
mutuo soccorso con il favoritismo e che nessun Fratello può e deve chiedere ad un altro Fratello ciò che è
illecito chiedere: ciò che contrasta con le leggi, con l’etica, con il buon senso e con la correttezza.
Il vero Libero Muratore è trasparente come l’acqua e questa trasparenza rende grande la nostra
Istituzione. Questo è ciò che ci ha insegnato l’esempio di tanti Fratelli che hanno testimoniato tale
trasparenza nella vita professionale, in quella famigliare e in quella politica. Ad essi va tutta la nostra
sincera, profonda riconoscenza. Per il loro esempio, per il loro rigore, per il loro coraggio, la Libera
Muratoria si è imposta come una vera e propria Scuola di vita, una delle poche in Occidente, in cui si
formano uomini e cittadini liberi e tolleranti, devoti allo Stato e alla sua Carta Costituzionale.
Chiudo questa allocuzione, sottoponendo un ultimo punto alla vostra riflessione. I Padri Fondatori della
Libera Muratoria, i nostri Padri, sapevano di avere alle spalle un secolo di orrori, ma erano saldamente
convinti che servisse uno strumento spirituale, esoterico, rituale e simbolico-filosofico per invertire il
corso della storia. Erano convinti che fosse necessaria una Grande Idea che unificasse, in una catena
fraterna, uomini diversi ma liberi nel cuore e nell’animo: quindi né conformisti, né fatti con lo stampino.
Oggi non è tanto diverso da allora.
Oggi, forse molto di più che nel XVIII secolo, c’è bisogno di una Grande Idea, di un’istituzione che educhi
al dialogo, che faccia parlare tra loro uomini di culture e religioni diverse, che si opponga ai
fondamentalismi senza diventare a sua volta fondamentalista, che mantenga aperte le porte del dubbio e
che non sia mai pronta a chiudersi nel dogmatismo. Questa Grande Idea è ancora la Libera Muratoria.
La nostra Fratellanza, in questo secolo di angoscia, di spaesamento, di incertezze, di dubbi, di catastrofi
identitarie, dove anche gli archetipi fondamentali del maschile e del femminile sono entrati in una crisi
profonda, si propone come il vero, unico, fondamentale Tempio dell’uomo.
Si propone come un luogo di unione, come un crogiolo di nuove idee e una fucina di nuove, profonde,
sentite amicizie, in nome e in virtù della libertà e della tolleranza.
Ma soprattutto in nome e in virtù della fiducia nel dono più grande che un essere umano può avere e può
dare: quello di rivolgersi ad un altro uomo che mai ha visto prima, dicendogli, allo stesso modo, con lo
stesso spirito e con lo stesso sentimento dei nostri rituali:
Rimini, Palacongressi, 4 aprile 2008
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