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Lo hanno fatto dopo aver sperimentato l’assurdità di imporre agli altri scelte umane, spacciate per
volontà divine. E dopo aver maturato la convinzione che il volere divino non è mai sorretto da roghi e da
baionette, ma dall’amore, dalla tolleranza e dall’equità.
Erano uomini straordinari di fedi e di idee diverse, animati da una profonda umanità, unita al sospetto che
ogni rigido paradigma di pensiero fosse il frutto di una demoniaca volontà di potenza più che il frutto di
una divina ispirazione. Per questo, diedero vita ad una Fratellanza che, se si ispirava al retroterra delle
logge dei costruttori ed al loro linguaggio architettonico, fondava la modernità attraverso il libero esame,
il confronto democratico, la libertà delle opinioni.
Era il sogno di una novella scuola filosofico-iniziatica, che, estranea all’azione politica e religiosa, si
ponesse come suo fine ultimo la conquista della conoscenza interiore.
Senza amicizia e senso di Fratellanza tale sfida sarebbe stata subito perduta.
È il motivo per cui la Fratellanza costituisce il vero cemento della Libera Muratoria. Una Fratellanza frutto
di libera scelta, di adesione a principi comuni e della volontà di mettersi in discussione, nonostante le
differenze di censo, cultura, religione, etnia.
Il particolare status di “Fratello”, proprio del Libero Muratore, conferisce così la possibilità di sviluppare
un sentimento di consonanza con gli altri iniziati, pur lasciando al singolo massone la sua piena autonomia
di giudizio e le sue idee.
È un’opportunità nuova e rivoluzionaria che coloro i quali conoscono bene l’arte, sanno pienamente
cogliere, in quanto scoprono di condividere con molti altri esseri umani una predisposizione critica e libera
verso la ricerca del vero: all’insegna della tolleranza, del rispetto e della prudenza.
È la predisposizione critica che nasce dal dubbio e non dalla certezza di possedere una verità univoca e
indiscutibile.
Con ciò la Fratellanza non vuole essere una fratria nel senso deleterio di una consorteria più o meno
affaristica, (o) una sorta di club raffinato in grembiule, poco accessibile, ma atto a promuovere alcuni
favoriti o a spianare illegittimamente carriere. Per quanto il termine “Fratellanza” possa purtroppo essere
utilizzato in diversi e deleteri contesti, per i Liberi Muratori esso dovrebbe, invece, significare che, al di là
delle inevitabili differenze, i Fratelli operano per costruire e cementare non solo valori altamente sociali,
ma anche spirituali. Sono quelli del dialogo multiculturale, della pace sociale, della ricerca critica della
verità, nella difesa dei diritti umani e dei valori laici della convivenza civile. Anche se vi è stato – e forse
vi è ancora – chi vorrebbe una Massoneria meno visibile, meno impegnata sul versante pubblico e delle
idee, più introflessa, privata e soprattutto riservatissima: al limite della segretezza. E questo nel nome di
un supposto e improbabile esoterismo.
Su questi temi, la nostra Gran Maestranza è stata inflessibile e coerente e continuerà ad esserlo.
La Fratellanza massonica è aperta, non ha una doppia contabilità con un lato pubblico in cui si predica in
un certo modo, e un coté riservato, dove invece si fanno gli affari.
La nostra Fratellanza si muove a partire da idee-guida che reputano il messaggio interculturale ed
esoterico della ricerca spirituale proposto dalla Massoneria come una vincente formula educativa, come
uno strumento costruttivo del vivere civile e della società contemporanea, sempre più travagliata da
problemi e drammi legati alla mancanza di contenuti, di valori e di forme di sociabilità non conformiste.
L’esoterismo non coincide con la segretezza, ma con la profondità con cui si affrontano i lavori di loggia e
con la capacità di trasferire i valori maturati, grazie al comune esame dei simboli e dei riti, in un
contributo costruttivo e dialogante con la società che ci circonda.
Le più grandi figure dell’esoterismo, da Buddha a Giordano Bruno, per menzionarne solo due diverse e
lontane nello spazio e nel tempo, non si sono nascoste nell’ombra, pur avendo raggiunto le sublimi vette
di conoscenza e di profondità spirituale. Il loro praticare un sapere spirituale, religioso, filosofico,
esoterico, non li ha isolati dal mondo come un corpo estraneo che si deve nascondere al contempo
esaltandosi o autocelebrandosi in un delirio di onnipotenza. Questi saggi hanno praticato forme
rigorosissime di disciplina interiore e allo stesso tempo hanno aperto con la loro parola i cuori di milioni di
persone, cambiato idee, smosso montagne.
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