Ultima testimonianza i senigalliesi. Dall’Archivio storico del G.O.I. emergono i nomi che testimoniano la partecipazione, ampia e variegata, di cittadini senigalliesi alle logge massoniche dell’epoca, dall’ultimo ventennio dell’Ottocento al primo del Novecento, un autentico spaccato della vita sociale e politica cittadina.

Il Grande Oriente d’Italia (la più consistente comunione massonica nazionale) torna ad essere presente a Senigallia con una sua organizzazione stabile dopo 83 anni. E’ infatti dal 1926 (quando le Logge massoniche furono chiuse e i tempi massonici devastati dalle squadracce fasciste) che il G.O.I. non era più presente con proprie Logge nel territorio senigalliese. Dopo la Liberazione e con la ripresa dei diritti democratici, tra cui il diritto di associazione costituzionalmente garantito, coloro che a Senigallia si riconoscevano in quei valori di libertà, uguaglianza e fraternità preferirono unirsi a Logge di Ancona, Jesi e Fano continuando la loro attività, quindi, lontano dalla città di origine. Ritorna, quindi, l’impegno del Grande Oriente d’Italia nella città di Senigallia, e tale impegno si realizza attraverso la costituzione di due Logge.
Una , la Loggia Misa n. 1313, rappresenta la continuità della tradizione massonica senigalliese, riprendendo la denominazione da quella Loggia Misa che, nel 1926, fu una delle Logge abbattute dal regime fascista. I suoi componenti sono profondamente radicati nella vita sociale ed economica della città rivierasca, e si propongono di tornare a contribuire come in passato alla crescita della società e alla maturazione di una coscienza civile e democratica nella popolazione, come di una cultura orientata ai valori del rispetto delle diversità e della tolleranza.
L’altra, la Loggia De Hominis Digitate n. 1314, rappresenta la novità nel panorama delle Logge regionali e nazionali, in quanto pratica il Rituale Emulation, un rituale proveniente dall’antica Massoneria di mestiere inglese. Di forte imprinting cristiano, il Rituale Emulation trae le proprie origini da quella Massoneria di mestiere (fatta di artigiani della pietra e del legno, scalpellini, scultori, pittori, architetti e muratori) che, detentori di antichissimi segreti nell’Arte muratoria, di origine egizia, ebraica e araba, se non antidiluviana, fondava sulle corrispondenze numeriche ed astronomiche la costruzione delle cattedrali gotiche, per correlare strutturalmente le costruzioni terrestri all’Armonia del Creato (“così in Cielo come in terra”), e far sì che, in tali luoghi di culto, la preghiera avvicinasse i fedeli il più possibile a Dio, Grande Architetto dell’Universo.
Le altre Logge del Grande Oriente d’Italia che praticano il Rituale Emulation sono a Milano, Venezia e Firenze, e rappresenta quindi un motivo di particolare orgoglio per la Massoneria marchigiana l’aver portato a Senigallia tale antichissima tradizione muratoria.
La costante presenza e attività della massoneria nella città marchigiana, dall’unità d’Italia ad oggi, consente serenamente di confermare l’esistenza di una radicata e continua tradizione massonica anche in tutto il territorio senigalliese. 

GABRIELE COSTANTINI (Senigallia 1973) laureato in Filosofia all’Università di Urbino, Facoltà di Lettere e Filosofia, con una tesi da cui è stato tratto questo lavoro. Giornalista, ha fatto parte della redazione della rivista economica “Mondo Lavoro” collaborando ad altre riviste specializzate per “il Sole 24 Ore”. 
Ha insegnato Teoria e Tecnica della Comunicazione nei corsi di formazione aziendali FSE. Oggi è direttore responsabile del bimestrale “Senza Età” e lavora nella redazione della rivista di economia internazionale “Adriaeco”.
E’ l’autore di “L’Oriente di Senigallia. Storia della Massoneria senigalliese”, Bastogi Casa Editrice, maggio 2008.

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